26 febbraio 2006
Mentre il Toro dei mercati azionari si avvia a celebrare il terzo compleanno,
si amplia la quota di risparmiatori che ha scoperto (o riscoperto) il bello
dell'investimento nelle Borse. Che consiste semplicemente nella possibilità
di ottenere ritorni superiori a quelli dei titoli di Stato. C'è da
chiedersi che peso abbiano le esperienze positive (o, nel triennio 2000-2003,
negative) sull'attitudine all'investimento in Borsa. La risposta è:
moltissimo. Ciò risulta per esempio dalle forti oscillazioni della
quota di risparmiatori che si dicono soddisfatti dell'impiego azionario, che,
come si legge nelle ultime edizioni del Rapporto Bnl-Einaudi, è fortemente
condizionato dall'andamento delle Borse nei due/tre anni precedenti.
Il fatto è che per capire l'investimento azionario fino in fondo non
basta basarsi sull'esperienza di pochi anni precedenti. Solo se l'orizzonte
di riferimento si allunga è possibile trarre delle conclusioni utili
per la gestione del proprio portafoglio. Allo scopo, un'esperienza diretta
di investimento vissuta per più cicli di Borsa e in modo "intenso",
cioè dedicando qualche ora alla settimana a questa attività,
è probabilmente la via più efficace per guadagnare questa lucidità.
Conoscere e approfondire le statistiche sull'andamento di lungo periodo dei
mercati è utile, ma ha un impatto inferiore rispetto a un'esperienza
diretta intensa e prolungata. Alla quale ci si può però avvicinare
leggendo qualche buon libro di narrativa borsistica, che cioè racconti
quali sono state le percezioni e i comportamenti di piccoli e grandi investitori
nei periodi più controversi della storia dei mercati azionari. Uno
di questi libri è "Liberi si nasce" di Simone Mariotti (con
il contributo di Franco Bulgarini, Maggioli Editore 2005), nel quale sono
narrati con dovizia di particolari corsi e ricorsi degli investimenti sui
mercati, errori e miti, rapidi arricchimenti e altrettante repentine distruzioni
di valore. L'obiettivo del libro è quello di trasferire al lettore
quella tranquillità e quella libera consapevolezza che sono le chiavi
per un sano impiego del proprio denaro nei vari strumenti finanziari. Una
storia comportamentale degli investimenti, insomma, utile per non ripetere
i tanti errori che ciclicamente ricorrono sui mercati.
Marco Liera, Il Sole 24 Ore, 26 febbraio 2006
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