Le piramidi della "ricchezza". Qualcuno ci resta sotto

Pubblicato il 29 settembre 2010 su La Voce di Romagna

di Simone Mariotti

Due anni fa il caso Madoff, "coronò" la lunga storia delle truffe finanziarie con il capolavoro assoluto: la truffa del millennio per eccellenza.
Come scritto in passato era un'idea vecchia: lo schema Ponzi di prendere da uno e dare ad un altro facendo illudere tutti di lauti guadagni. Fino al botto sempre inevitabile.
Che dopo Madoff la lezione sia stata chiara a tutti? Ahimè no. La notizia è di pochi giorni fa (fonte: Sole24ore):

E sono tre nel giro di dieci giorni. L'ultima catena di sant'Antonio a crollare si chiama Brett Trading Company Ltd, sedi a Firenze, Francoforte e Saint Kitt e Nevis (piccole Antille). Venti milioni di euro raccolti tra oltre 200 clienti. Ad agire era una minirete di promotori finanziari, alcuni regolarmente iscritti all'Albo e mandatari di primarie aziende del settore, altri erano privi di mandato. Altri ancora erano semplici consulenti d'investimento. Agivano in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia proponendo programmi di investimento che "rendevano" il 12% all'anno. Soglia di accesso alla sottoscrizione: non meno di 100mila euro. Gli interessi sono sempre stati pagati con puntualità, come prevede il solito schema Ponzi, con il denaro dei clienti nuovi.

Tre catene scoperte e smantellate in dieci giorni! E in America negli ultimi due anni ne hanno scoperte a decine! La notizia questa volta spero basti da monito per il futuro.
Proseguo allora parlando oggi di una versione "minore", e legale, degli schemi piramidali: il multilevel marketing.
Per caso all'inizio del 2000 partecipai a un incontro promozionale di Freedomland, l'azienda messa su da quel trascinatore di folle che fu Virgilio de Giovanni. Pensavo che la riunione, tenuta in un albergo riminese, fosse un raduno mirato al reclutamento. Presto però mi resi conto che oltre a me e mia sorella, capitati lì per caso, solo un'altra persona sembrava estranea al giro e quindi papabile per un inserimento. Nel corso di un paio di incredibili ore, assistemmo a una serie di fantomatiche premiazioni accompagnate e seguite da applausi da Oscar, che si ripetevano mediamente ogni 5 minuti. Non capivo lo scopo dell'incontro. Non mi avevano chiamato loro e anche la terza persona si era presentata spontaneamente.
Poi sul finale fu svelato l'arcano: si invitavano coloro che già facevano parte della squadra a incrementare il loro "investimento", passando da 900 mila lire a 9 milioni 900 mila. Ciò avrebbe dato loro la possibilità di creare delle "line di sviluppo" tutte loro, e se avessero trovato altre tre persone, che a loro volta ne avrebbero
dovute inserire altre tre, non solo sarebbero rientrate del loro capitale, ma i guadagni avrebbero iniziato letteralmente a esplodere. Chi raccontava tutte queste meraviglie era un tizio che si definiva un ex-fallito senza speranza, che prima di incontrare la I@T (poi Freedomland), passava il tempo a vagabondare per le strade. Poi l'illuminazione, il sogno, la grande opportunità, la stessa che quel giorno, in uno slancio di "generosità", veniva offerta a tutti noi presenti. Ero entrato in comunicazione con il subdolo mondo del multilevel marketing, e per fortuna interruppi subito i contatti. Il multilevel non è altro che una versione della classica catena di sant'Antonio, ma con un'organizzazione industriale e legale. È solo un sistema in cui per guadagnare realmente, più che piazzare il prodotto in vendita, si devono inserire in squadra altri venditori, che a loro volta dovranno fare lo stesso. Ovviamente i pesci piccoli in fondo alla catena (la stragrande maggioranza) non hanno la possibilità fisica di inserire troppe persone, e sbarcano il lunario come possono fino a che non si stufano, non di rado in perdita, e mollano tutto. I reclutatori sono degli ipnotizzatori interessati più alla conquista dei cuori degli adepti che dei loro cervelli. È dal cuore che scatta la passione che porta a unire gli "affari" con la famiglia, a coinvolgere gli affetti, a far esplodere il desiderio di rendere partecipi tutti gli amici e i propri cari nel "grande business", e sarà meglio farlo al più presto, prima che l'occasione "sfumi". La retorica non cambia di molto. I casi di Tucker, di Giorgio Mendella, di Freeomland, ma anche di alcune compagnie assicurative che vendono polizze vita col sistema piramidale, non differivano di molto nella loro impostazione. A volte c'è anche una sorta di vero e proprio fanatismo religioso tanto che la più grande e, bisogna dirlo, perfettamente legale catena piramidale del mondo, l'americana Amway, è retta da un gruppo di evangelici ultra conservatori che hanno fatto dell'idea della missione divina un cardine delle loro riunioni motivazionali. Addirittura una delle grandi leader di Amway, Birdie Yager, disse e scrisse (distribuendo il volantino in una riunione nel 1994) di essere stata informata personalmente da Dio sulla fondamentale missione di Amway, creata per volontà dello stesso padre eterno. La cosa fa sorridere, sembrerebbe una follia, ma il fascino dei grandi intortatori del multilevel riesce a essere molto convincente. La formula di Amway in realtà attua un mix tra i guadagni derivanti dalla vendita dei prodotti (centinaia di articoli diversi, marchiati col nome della casa) e quelli realizzati estendendo la piramide, di modo che un venditore possa arrotondare qualcosa anche solo con le vendite. A fare affari d'oro, però, sono solo poche persone. Conobbi una venditrice che riteneva i suoi prodotti realmente diversi da quelli di un qualsiasi supermercato. In quel caso erano olio e detersivi, fatti da "aziende particolari" che seguivano procedimenti "esclusivi", per avere prodotti migliori, ecologici e più salutari. Neanche lei però forse aveva voluto leggere le scritte in piccolo sulle confezioni che mostravano trattarsi di olio prodotto per Amway da... Carapelli (Firenze), 5€ al litro al tuo supermarket di quartiere.







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