Se la gonna s'accorcia il mercato s'innalza?
Pubblicato il 15 settembre 2004 su La Voce di Romagna in prima pagina

di Simone Mariotti

Questa settimana torno a parlare di soldi e investimenti dopo una piccola pausa estiva, perché si sa che sotto il sole di agosto non si ha mai tanta voglia di numeri e finanza.
Tuttavia anche oggi rimarrò a metà tra il serio e il faceto , con un argomento simpatico che mantiene un certo interesse sia a livello di curiosità storica che di monito contro tutte le "mode" finanziarie un po' strampalate, e che trovano sempre qualche estimatore di troppo: la correlazione tra l'andamento del mercato azionario e nientemeno che la lunghezza delle gonne femminili.
Questa simpatica storia inizia nel 1930. In quall'anno il professor Paul H. Nystrom scrisse un libro intitolato The Economics of Fashion in cui, abbastanza seriamente, faceva notare come la distanza dell'orlo delle gonne dal suolo (in percentuale dell'altezza della donna) aumentava o calava a seconda degli andamenti del mercato azionario: più le gonne di accorciavano, più il mercato saliva e viceversa. La regola sembrava aver funzionato abbastanza bene negli anni '20, anche se già allora si poteva evidenziare qualche grossolano difetto; il picco massimo infatti lo si raggiunse nel '27, con l'orlo che arrivava al ginocchio, restando costante (se non leggermente calante) a quel livello negli ultimi due anni del boom, che invece furono proprio i più esplosivi. E' anche vero però che dopo il crollo le gonne tornarono ad allungarsi. In realtà in quel decennio si sarebbero potuti trovare molti altri collegamenti inconsueti, per esempio, sempre restando in campo femminile, si poteva sostituire la lunghezza delle gonne con quella dei capelli ed ottenere un risultato molto simile, oppure dedicarsi alla vistosità di rossetti e ombretti. Un giornale conservatore, il Laides' Home Journal, nel giugno del 1919 era riluttante a pubblicizzare cosmetici e la didascalia sotto la reclame di un ombretto evidenziava tra i pregi: "Impercettibile se applicato correttamente"; ricorrere all'utilizzo di trucchi era insomma ritenuto ancora imbarazzante. Dieci anni dopo però, in pieno boom azionario, sullo stesso giornale, un rossetto veniva presentato con un commento decisamente diverso: "E' confortante sapere che un'affascinante nota scarlatta ti accompagnerà per ore". Ma le donne stavano subendo un processo irreversibile che avrebbe portato ad un radicale cambiamento nel loro modo di vivere e di relazionarsi con gli uomini. Uno dei più celebri cronisti di allora, Frederick Lewis Allen, concludeva uno dei capitoli del suo bellissimo Only Yestearday, con delle parole che descrivevano lo stato d'animo e i profondi cambiamenti di allora: "In effetti, la donna del (primo) dopoguerra disse all'uomo: sei stanco e disilluso, tu non vuoi l'affetto della famiglia o la compagnia di una saggezza matura, tu desideri giochi eccitanti, vuoi i fremiti del sesso anche senza usufruirne, e io ti darò tutto ciò. E poi aggiunse a se stessa: ma io sarò libera".
Tornando alle gonne, la bizzarra teoria degli orli ha continuato il suo buffo cammino sino ad oggi alternando, come tutto ciò che accade a caso, momenti di gloria a cantonate "imperdonabili".
Burton Malkiel, uno dei più grandi divulgatori di finanza del mondo, anni fa si mise anche lui a giocare con le gonne. Egli notò come la teoria avesse fatto cilecca nel 1947, quando si impose con successo il "New Look" che voleva gonne molto lunghe, anche se il mercato aveva iniziato a calare bruscamente da oltre un anno. Lo stesso accadde nel 1968 quando il calo della borsa precedette la moda della gonna "midi" che invece dilagò nel '69 e '70. La moda invece centrò in pieno il grande crollo di Wall Street del 1987. Ricorda Malkiel come "nella primavera dell'87 gli stilisti, iniziando a spedire le loro linee autunno-inverno, decretarono che in quel periodo sarebbero state alla moda gonne molto corte. Ma proprio all'inizio di ottobre, quando i primi venti gelidi incominciarono a spirare nelle valli e nelle piane degli Stati Uniti, accadde un fatto strano: la maggior parte della popolazione femminile decise che le gonne corte non facevano per loro. E non appena le donne tornarono ad indossare quelle più lunghe, gli stilisti si affrettarono ad allinearsi." Lo stilista americano Bill Blass disse a inizio ottobre: "le gonne corte oggi mi sembrano ridicole". Il 19 del mese l'indice Dow Jones subì il più grosso calo della sua storia, perdendo oltre il 20% in un solo giorno.
Chi investì in azioni seguendo la moda vide ancora giusto 10 anni dopo. Le sfilate imposero gonne lunghe per l'autunno '98, riuscendo ad anticipare il pesante crollo di ottobre.
Ma cosa è successo negli ultimi 6 anni? Gli orli delle gonne avrebbero anticipato i violenti movimenti del mercato azionario che si sono verificati? Non sono un esperto di moda ed allora ho chiesto aiuto alle dirette interessate, le donne. Romagnole, tutte bellissime, tutte "ideali", Sabrina, Federica, Anna, Raffaella, Valeria, Marina S., Marina C., sono state una preziosa fonte di informazioni, e mi hanno confermato ciò che in effetti ogni amante delle gambe femminili aveva notato: da un paio d'anni sono tornate alla grande delle minigonne vertiginose. Prima di questo ritorno aveva imperato la "longuette", di media lunghezza, tornata alla ribalta negli anni passati. A prima vista pare che la teoria abbia fatto centro: gonne lunge durante la crisi 2000-2002, gonne corte in tempo di ripresa 2003-2004. Tuttavia il colpo d'occhio inganna. Infatti gli orli iniziarono ad allungarsi già dalla fine degli anni novanta ed esattamente come negli anni venti anticiparono di un paio d'anni il vero crollo, ed erano già da tempo belle lunghette durante il boom del 2000. La mini poi è tornata in voga dal 2002, l'anno più terribile per i mercati con la crisi dell'Argentina, i grandi fallimenti americani, l'inizio dell'epopea della Cirio, il grande crollo di settembre, l'acuirsi della crisi in Iraq. Negli ultimi 18 mesi il persistere di minigonne ha in effetti dato fiato ai listini, ma si sta assistendo ad un curioso fenomeno, mi dicono: le gonne corte sono ancora in vetrina (buon segno?), ma in contemporanea sono tornate in voga anche le gonne lunghissime (dolori in vista per qualche investitore?). Risultato: per la stagione borsistica 2004-2005 la vecchia e simpatica teoria degli orli ha dovuto irrimediabilmente gettare la spugna.








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