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Economie insulari - Introduzione




di Simone Mariotti


Esistono ancora mondi veramente isolati, società isolate, economie isolate? E' corretto parlare di globalizzazione riferendosi al mondo intero? Quali sono gli ultimi bastioni dell'isolamento nell'era di internet? Se la tecnologia dei trasporti aerei avesse compiuto gli stessi passi avanti del settore dei computers, oggi un velivolo farebbe il giro del mondo in mezz'ora consumando pochi litri di carburante, e buona parte di ciò che troverete scritto nelle prossime pagine sarebbe attuale come la teoria tolemaica dell'universo. La tesi infatti introdurrà il lettore nell'affascinante mondo delle piccole isole tropicali, le cui economie risentono non poco dei limiti allo sviluppo imposti dalla carenza di collegamenti (specialmente aerei) con i paesi continentali. Tuttavia, benché l'isolamento sia una caratteristica importante, questo lavoro è indirizzato più che altro a comprendere gli elementi essenziali che caratterizzano l'insularità; tornerò tra breve su questo aspetto. Rispondere compiutamente alle domande iniziali richiederebbe uno studio approfondito di tutta la realtà mondiale, e la considerazione di una tale quantità di variabili, che va, ovviamente, sia oltre le mie capacità, che le mie intenzioni. In questa introduzione, non ripeterò, ne riassumerò i contenuti dei capitoli successivi, che sarebbe una inutile duplicazione, ma ricorderò più che altro cosa non è stato detto, vuoi per mancanza di dati, vuoi per scelta di impostazione generale. Ciò, penso, contribuirà a rendere più completa questa tesi aiutando il lettore a collocare meglio all'interno del proprio sapere quanto verrà detto in seguito, essendo l'argomento ai più estraneo; rinvio poi alle conclusioni finali una valutazione sul mio operato.

Le aree di ricerca in questo campo, al di là di quelle evidenziate nei prossimi capitoli, non mancano, ma, per quel che mi riguarda, o meglio per quel che riguarda questa tesi, restano un semplice invito a causa, principalmente, della mancanza di dati e della scarsa reperibilità di materiale bibliografico nel nostro paese. Per esempio, un'analisi delle politiche monetarie in questi piccoli stati insulari non mi è stata possibile; eppure le domande a cui sarebbe interessante rispondere non mancherebbero. Nei Caraibi Orientali, si trovano otto isole che sono legate da un'unione monetaria, creando l'area del Dollaro dei Caraibi Orientali. Perché Barbados non ha aderito a questi accordi? Perché non è stata adottata una soluzione simile anche dagli stati del Pacifico, molti dei quali hanno invece scelto di utilizzare le valute dei grossi paesi della regione rinunciando a politiche monetarie autonome? E' solo un fatto di dimensione? Ma allora perché Aruba ha scelto di utilizzare una propria unità monetaria (il fiorino di Aruba) uscendo dall'unione con le altre Antille Olandesi nelle quali circola il fiorino delle Antille Olandesi? Le Cayman e le Bermuda (centri finanziari importanti e appartenenti al Regno Unito) hanno moneta propria; non così Jersey, ugualmente legata al Regno Unito, ugualmente grosso centro finanziario, e con una popolazione quadrupla rispetto alle Cayman, perché?
Che dire poi della partecipazione di piccole isole a grandi mercati comuni: ha senso che Malta e Cipro entrino nell'UE o dovrebbero puntare solo ad uno sviluppo turistico, magari attraverso accordi non reciproci con gli stati europei? Lo stesso vale per le isole del Pacifico: come si devono porre rispetto alle grosse aree di libero scambio che si vanno delineando nel sud est asiatico e nel Pacifico (vedi l'APEC)?

Un'altra strada da percorrere nella ricerca, secondo me interessante, è quella verso un confronto tra le possibilità di sviluppo delle aree isolate appartenenti però a legislazioni di stati più grossi, rispetto alla situazione in regioni indipendenti. Quali differenze ci sono tra l'isolamento di una comunità montana ad alta quota, di un'oasi del Sahara, di una riserva indiana, rispetto al caso di isolamento insulare? Non c'è dubbio che un'isola può essere molto meno isolata di un'oasi nel deserto, o che un arcipelago sia isolato internamente, ma non lo sia affatto rispetto alla comunità mondiale, come nel caso delle Bahamas, mentre l'economia di riserva indiana può essere molto integrata al proprio interno, mancando però di contatti importanti col paese che la ospita. L'isolamento quindi non si risolve col lo studio delle situazioni insulari, che spesso 'isole' non sono. Il mio lavoro tuttavia non vuole essere solo un'analisi dei problemi legati all'isolamento; piuttosto, questa condizione è trattata, ed analizzata, come uno degli elementi che influiscono in modo determinante sullo sviluppo di particolari realtà, nel mio caso, appunto, delle piccole isole. La tesi, come ricorderò nelle conclusioni, assumerà, nel complesso, l'aspetto di una introduzione dettagliata al tema dell'insularità, non potendomi cimentare, nella mia condizione di studente, in una illustrazione più approfondita, di un argomento così particolare e così poco affrontato dal mondo accademico italiano.

Per quel che riguarda la struttura della tesi, essa si articola in tre parti. La prima di queste tre analizza direttamente il problema dell'insularità, attraverso la presentazione di alcuni modelli di sviluppo applicati alle piccole economie del Sud Pacifico. Il discorso sarà mantenuto ad un livello più che altro teorico, con l'aggiunta tuttavia di numerosi esempi tratti dalla realtà di questo oceano, mentre in apertura di tesi viene inserita una introduzione storico-geografica del Sud Pacifico.
La seconda parte, che vedrà l'attenzione spostata principalmente nell'area caraibica, subisce un cambiamento di impostazione; non inserirò modelli teorici, ma illustrerò le diverse problematiche attraverso l'esperienza concreta delle isole caraibiche, effettuando inoltre, un confronto con le altre aree insulari del globo, il Pacifico e l'Oceano Indiano, del quale però incontreremo in dettaglio il solo caso di Mauritius.
La chiusura è affidata al turismo, collocato insieme alle conclusioni in una parte a se, per sottolinearne l'importanza e per lasciare idealmente spazio a ricerche future in questo ambito, che ancora oggi scarseggiano; una sorta di porta aperta per un'integrazione futura di questo lavoro.
Per chi non fosse particolarmente ferrato in geografia e desiderasse avere qualche informazione specifica sui paesi oggetto di questo studio e sulla loro ubicazione, oltre a un paio di cartine geografiche, ho inserito, in coda alla tesi, delle tavole statistiche che riassumono le caratteristiche geopolitiche di tutti gli stati insulari, indipendenti o semi indipendenti, del mondo.


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Data creazione pagina: 2007-07-12 (2986 Letture)

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